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LAbc di don Luigi
Cosè il volontariato? Cosa centra con la politica? Le parole di un uomo che ha concepito la solidarietà come qualcosa che vale il prezzo della vita
di Redazione
Il 27 ottobre questo giornale compirà tre anni, un cammino difficile reso ragionevole dall?amicizia di grandi uomini come Monsignor Luigi Di Liegro. Spesso in questi anni, a don Luigi abbiamo chiesto di intervenire su queste pagine per aiutare noi e i nostri lettori a capire di più la società in cui viviamo e i suoi cambiamenti. Quella che segue è un?antologia ragionata dei suoi interventi su ?Vita?. Quasi un vademecum, una lezione, un testamento che ci possa continuare a guidare (R. B.)
Istituzioni
Sbaglia chi pensa che Roma sia una città civile e tollerante. L?intolleranza e la violenza si possono manifestare in tanti modi. La cosa più grave è che, dal diverso, siano passati a colpire chi dà loro una mano, le associazioni che ne difendono i diritti. Le farneticazioni neonaziste sono pericolose, ma peggiore è l?intolleranza delle istituzioni, che invece di attaccarti ti dimenticano. Roma non sarà mai la ?città di tutti?, non sarà mai una città cristiana, umana e civile, se non metterà al centro del proprio impegno politico-amministrativo la lotta efficace alle situazioni e ancor più ai processi di estraniazione. Fino a questo momento mi sembra che, a parte qualche frase di circostanza, i preparativi per il prossimo anno santo siano imperniati, nell?individuazione di priorità e impegni, su questi temi. Riuscirà il sindaco a invertire la rotta? Non chiediamo cose straordinarie, vorremmo solo che sul problema dei poveri a Roma i politici e gli amministratori avvertissero la stessa carica di responsabilità e iniziativa che sanno dimostrare quando si tratta di impegni attinenti alle grandi opere edilizie e urbanistiche.
Riconciliazione
L?alto significato religioso del Giubileo, il bimillenario del Cristianesimo, coincide con il bilancio di una intera civiltà che da quella fede ha avuto origine, e che in essa ha il punto di riferimento di verifica essenziale e ideale. Questo evento di fede deve diventare un punto focale e privilegiato che condiziona lo stesso Giubileo, per riaffermare la centralità della persona umana contrastando i meccanismi dell?esclusione sociale, per esaltare il valore cristiano dell?ospitalità, segno e realizzazione di una città civile: hospes venit, Christus venit. La riconciliazione di Dio con l?uomo presuppone la disponibilità dell?uomo a riconciliarsi con i fratelli. È la sostanza del messaggio cristiano. La riconciliazione deve lasciare traccia nella vita di ciascuno di noi.
Volontariato
Il volontariato, sia esso di marca cattolica o laica, non possiede modalità diverse di operare. Chi decide di dedicarsi ad attività di volontariato dovrebbe farlo senza alcun tipo di pregiudizio o di rigida convinzione, che non permettono libertà di servizio o di operare. In questo senso la Chiesa ha un dovere e una responsabilità in più. Insisto sulla necessità per chi fa volontariato di essere attento ai cambiamenti del contesto sociale, politico e culturale. Penso all?immigrazione, alle nuove frange di povertà, all?assistenza globale (cioè non solo sanitaria) dei malati di Aids. Il volontariato non può e non deve essere puro assistenzialismo o atto di carità fine a se stesso. Deve nascere invece da un discernimento della realtà, da una capacità critica di guardare oltre ciò che appare e saper scorgere le infinite sofferenze e i silenzi di chi è ai margini. La solidarietà deve essere intesa come presa di coscienza, atto di responsabilità, capacità di condivisione. Così il volontariato assumerà la tanto auspicata dimensione politica.
Giubileo
Il Giubileo, non va dimenticato, ha una spiccata valenza sociale proprio per il suo carattere sacro. È una tappa della storia e un?occasione, che si presenta ogni 50 anni, per israeliti e cristiani, per rimescolare le carte. Una sorta di condono dei debiti, che favorisce i poveri e gli invalidi, livella le differenze e ristabilisce una situazione più equa. L?anno santo, più che di occasioni di affari per mercanti di ogni risma, è atteso come un avvenimento di liberazione e di riconciliazione, che lascia traccia nella vita di ognuno e nella storia umana, nella lotta al superamento dello sfruttamento del prossimo, delle ingiustizie, delle stridenti diseguaglianze. Non è solo un?occasione per celebrare la dimensione personale e religiosa della conversione, pur legittima e doverosa. È una richiesta di attenzione speciale a quello che può essere chiamato il peccato collettivo e storico di cui tutti siamo responsabili e che è fonte di divisione, di crescita schizofrenica, di ingiustizie laceranti. Sappiamo troppo bene quello che è successo a Roma in questi anni per non avvertire l?urgenza di un anno santo dedicato alla riconciliazione della città con i suoi poveri.
Roma
In questa città, culla del cristianesimo e del diritto, centinaia di migliaia sono le persone che restano ?straniere?, che di fatto sono costrette a vivere come se non esistessero, ridotte come sono alla clandestinità o comunque a forme di assoluta precarietà, senza garanzie per l?oggi e meno ancora per l?avvenire. Ma c?è di più: nella nostra città c?è moltissima gente che rimane straniera pur avendo la cittadinanza romana e italiana. Gente estraniata dal ritmo normale della vita quotidiana e dai livelli di ordinaria dignità.
E questo anche se viviamo in un?epoca in cui tutti invocano i valori cristiani, e tutti corteggiano i cattolici. Allora piuttosto che sognare grandi progetti per fare una città all?altezza della modernità, promuoviamo la crescita di una città a misura d?uomo. Piuttosto che puntare in alto, perché non guardare nei sottopassaggi della stazione Termini, negli androni dei palazzi fatiscenti, nei rifugi di fortuna e dovunque la vera grandezza che è quella dell?uomo viene offesa e calpestata per mancanza di una rete di accoglienza normale, diffusa, funzionale e civile su tutta la città? Grandi opere, grandi facciate nel nome della magnificenza, ma per chi ?non ha una pietra dove reclinare il capo? che programmazione realistica è da attuare subito?
Razzismo
Le nostre città sono razziste? Chi potrebbe sostenere questo? Ma certo sono città in cui l?integrazione sociale e razziale incontra ancora molti ostacoli. Città dove l?immigrato è visto con grandissima diffidenza, per non dire con ostilità. E con lui chi prova ad accoglierlo e dare delle risposte, tentare il dialogo. Non è vero che siamo invasi da una marea di stranieri. L?aumento è fisiologico, dovuto ai ricongiungimenti familiari e alle persone autorizzate a entrare in Italia per svolgere lavori domestici. Nessuna invasione, quindi. La stima di un milione di clandestini è assolutamente fantasiosa. La stessa Istat ipotizza un massimo di 500 mila irregolari. E quello che più dispiace è che buona parte di questa irregolarità potrebbe essere riassorbita. Non è vero che la legge sull?immigrazione sia troppo lassista. Quando la legge diventa troppo rigida incrementa la fascia dell?irregolarità. Il problema non è la legge lassista, ma piuttosto l?eccessivo numero di leggi.
Politica
La Caritas da sempre ha assunto una posizione non neutrale, ma rigorosamente al di sopra delle parti, in politica. Credo infatti che sia importante cogliere tutti i gesti di buona volontà che provengono da ogni posizione politica. Certamente la destra non è condivisibile quando è conservativa, attenta solo alle regole di mercato, razzista. Noi testimoniamo la solidarietà, la pari dignità per tutti gli uomini, l?eguaglianza, valori fondamentali e irrinunciabili. Io credo nei giovani. E so bene che sono più aperti, hanno meno posizioni pregiudiziali rispetto agli adulti. Insomma, un dialogo con un ragazzo di vent?anni è sempre possibile. L?esperienza mi dà ragione. In linea di principio la sinistra offre maggiori spunti di condivisione: storicamente ha portato avanti con coraggio la battaglia per il rispetto dei diritti umani, mettendo al di sopra di tutto l?uomo. Ciò non toglie che esistono all?interno della destra persone ?illuminate? in grado di porre attenzione alle necessità degli ultimi. Non nascondo che alcune scelte che ci aspettavamo dalla sinistra sono state magari disattese, mentre hanno trovato spazio sul versante opposto. Ma vorrei dire alla destra di fare un passo avanti, di dimostrare sul problema immigrazione un?apertura vera. ?
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